(Trento, 10 settembre 1904 – Torino, 4 gennaio 1974) è stato un ambientalista e alpinista italiano.
Biografia
Renzo Videsott nacque a Trento, allora annessa all’Impero austro-ungarico. Studiò medicina veterinaria e nel 1928 si laureò con il massimo dei voti presso l’Università’ degli Studi di Torino. Frequentò nel 1929 quale ufficiale veterinario la Scuola di Cavalleria di Pinerolo. Successivamente fu assegnato al Reggimento di Artiglieria a Cavallo “Voloire” di Milano.
Vincitore di un concorso, venne nominato Assistente alla Cattedra di Patologia e Clinica Veterinaria; successivamente conseguì la libera docenza in questa disciplina, passò Aiuto con l’incarico dell’insegnamento di Farmacologia Veterinaria e, nel 1943, venne incaricato della direzione dell’Istituto di Patologia e Clinica Medica Veterinaria presso l’Università’ di Torino.
Per godendo di stima e successo, l’allora quarantenne professore universitario sentiva svilupparsi sempre più l’amore per la natura verso la quale, fin dalla tenera età, era fortemente attratto. Ancora giovanissimo fu alpinista e rocciatore, Presidente della Sezione Universitaria della Società Alpinisti Tridentini (SUSAT) nel 1921, fu attivo alpinisticamente dal 1924 circa al 1930. Fu autore di importanti prime ascensioni e altrettanto importanti ripetizioni, compì la prima ascensione della Busazza nel Gruppo del Civetta, aprendo nuove vie di arrampicata e classificandosi fra i migliori alpinisti d’Italia.
Con pericolo personale e sacrifici materiali Videsott organizzò dal 1943 al 1947 servizi di protezione della fauna del Parco Nazionale del Gran Paradiso che le vicende del tempo avevano spopolato e ridotto in stato di abbandono. Durante la guerra si adoperò in tal senso anche grazie alla sua partecipazione alla struttura clandestina di Giustizia e Libertà e al suo rapporto personale con Federico Chabod. Nel 1945, con il beneplacito del comando alleato, riuscì a ricostituire l’organizzazione del Parco.
Successivamente, quale Commissario straordinario istituì un Corpo di Guardiani giurati e si diede a cercare ovunque aiuti finanziari. Quando nel 1947, con decreto legge, l’amministrazione del Parco del Gran Paradiso venne impostata su nuove basi e venne insediato il primo Consiglio di Amministrazione, Videsott rifiutò la carica onorifica di Presidente per assumere invece le funzioni di Vicepresidente e Direttore Tecnico senza emolumenti. Nel 1951 venne nominato Direttore e Sovrintendente del Parco del Gran Paradiso e rinunciò in seguito alla sua attività accademica per dedicarsi interamente allo sviluppo di questo Parco, alla protezione delle sue bellezze naturali e della sua fauna.
Mediante severe norme protettive grazie alla lotta di Videsott e collaboratori contro il bracconaggio, il numero degli stambecchi, che si erano ridotti a 417, superò il numero di 3.000.
Questo aumento rese possibile la creazione di nuove colonie in Piemonte, nel Tirolo e nel Parco Nazionale jugoslavo del Triglav, come pure nel Parco Nazionale francese della Vanoise.
Quale studioso di medicina veterinaria, Videsott eseguì studi e diagnosi riguardanti la sterilità degli stambecchi nelle Caranvanke (Slovenia).
Nel Parco Nazionale del Gran Paradiso furono costruiti o restaurati 11 rifugi e 28 capanne per la sorveglianza e gli studiosi: venne creato il Giardino Botanico Alpino ed una Stazione di Biologia montana; ai guardiani addetti alla sorveglianza venne impartito un addestramento speciale. Grande importanza venne attribuita all’istruzione delle masse popolari specialmente della gioventù.
Sotto la sua direzione il Parco Nazionale del Gran Paradiso divenne la riserva naturale meglio amministrata d’Italia.
Nel 1948 a Sarre, in Valle d’Aosta, fu tra i fondatori del Movimento Italiano per la Protezione della Natura (oggi Pro Natura), di cui assunse la carica di presidente, la prima associazione ambientalista italiana, e in questa veste partecipò anche alla fondazione dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, l’IUCN.
Fu insignito della medaglia d’oro della fondazione Von Humbolt presso l’Università di Bonn nel 1964, della medaglia d’oro del Club Alpino Italiano nel 1974 e sempre nel 1974 fu inserito dal WWF internazionale nell’albo d’onore della conservazione internazionale, ed in suo nome sono sorti numerosi centri studi, centri visita nei parchi e riconoscimenti nel settore della conservazione della natura e dell’ambientalismo.
Bibliografia di Renzo Videsott
- Le alluvioni viste da un parchigiano, Ente Parco Gran Paradiso, 1952
- Nuovi concetti sulla fauna del Parco Nazionale Gran Paradiso nel vasto quadro
mondiale della conservazione della natura e delle sue risorse, Tip. Piemontese, 1961 - Lo stambecco e il suo “paradiso”, Ente Parco Gran Paradiso, 1963
- Il ritorno del francolino in Toscana, 1964
- Importanza vitale ed etico-sociale dei confini Parco Nazionale Gran Paradiso e riserve, Tip. Bona, 1965
- Prime fonti della conservazione della natura: contributi, Ente Parco Gran Paradiso, 1968
- Abbattuto così un vecchio stambecco, Museo Tridentino di Scienze Naturali, 1971
- Lo stambecco nell’antichità e nell’attualità, So.Gra.Ro, 1971
- L’azione meravigliosa degli uccelli nell’equilibrio della natura, Cacucci, 1973
- Renzo Videsott e il parco nazionale del Gran Paradiso – scritti scelti, Lions Club Alto Canavese, 1987
Bibliografia su Renzo Videsott
- Atti della Giornata di studio sui parchi in ricordo di Renzo Videsott: Torino, 11 ottobre
1985, Università di Camerino, 1988 - I parchi nazionali nel pensiero di Renzo Videsott, Università di Camerino, 1996
- Il Parco nazionale del Gran Paradiso nelle lettere di Renzo Videsott: trent’anni di
protezione della natura in Italia, 1944-1974, Edizioni Temi, 2007